Il 27 aprile 2023 un gruppo misto di studenti delle classi 5^G e 5^F si è recato in visita presso la rinomata cantina di Ca del Bosco in Franciacorta.

La cura di ogni dettaglio, il lusso e la maestosità di questo luogo ha lasciato subito tutti noi a bocca aperta! 

Siamo stati accolti da una guida che ci ha illustrato l’identità, la storia e i valori di questa cantina: in primis il rispetto della natura, l’equilibrio fra tradizione e innovazione, la valorizzazione dell’arte e l’etica del lavoro. La natura è potenza e il vino è il suo atto: Maurizio Zanella e la sua famiglia sono stati i custodi del passaggio dalla potenza all’atto.

 Ma andiamo con ordine ripercorrendo la storia e la trasformazione del prodotto insieme, così come illustrato dalla guida.

I vigneti in questa zona si sviluppano a 360°. Siamo nel 1979 quando Maurizio Zanella pianta i primi cinque filari di vigneto a 10.000 piante per ettaro, e diventa in Franciacorta l’iniziatore di una viticoltura allora considerata irrispettosa e rivoluzionaria, ad elevate fittezze, con distanze minime tra una pianta e l’altra e con estreme selezioni. 

Fra le prime regioni ad ottenere la D.O.C. nell’ormai lontano 1967, la Franciacorta acquisisce rapidamente prestigio, valorizzando i prodotti della sua terra grazie all’impegno di quanti hanno sapientemente investito risorse e idee nell’enologia di qualità. Nuove generazioni appassionate e innovative, trainate dai tanti successi internazionali, hanno permesso di ricevere la denominazione Franciacorta D.O.C.G. nel 1995 e la denominazione Curtefranca nel 2008: una significativa testimonianza del rinnovato impegno dei produttori di questa terra a fare chiarezza e a migliorare ancor più la qualità dei vini, adottando un disciplinare che è il più restrittivo al mondo per questa tipologia di vino.

Oggi l’azienda conduce direttamente oltre 250 ettari di vigneti seguendo il protocollo della viticoltura biologica certificata. Un percorso iniziato nel 1989, in fase sperimentale, e completato negli ultimi anni.

I vigneti sono dislocati in 10 comuni della Franciacorta e l’età media delle vigne è superiore ai 20 anni.

La cantina è famosa per il Metodo Ca’ del Bosco questo significa prestare attenzione a ogni dettaglio. In vendemmia ogni gesto è decisivo. L’uva è trasportata in piccole cassette per evitare ogni rischio di schiacciamento. Dopo la raccolta a mano, si procede a un raffreddamento in cella per pressatura a bassa temperatura. Tutti i grappoli vengono attentamente selezionati manualmente: solo da uve sane si possono ottenere grandi vini. La pressatura dei grappoli interi, a bassa pressione, segue il frazionamento del mosto in tre qualità. La vinificazione dei mosti di prima qualità è fatta per singola vigna, affinché l’espressione del territorio sia compiuta. Insomma i grappoli d’uva sono sottoposti a specifici trattamenti proprio come in una SPA: le “terme degli acini” vengono definite, un esclusivo sistema di lavaggio e asciugatura delle uve attivo dalla vendemmia 2008 per eliminare dal grappolo microrganismi indesiderati, polveri sottili e residui dei trattamenti agricoli. Dalla pressatura di queste uve, nascono vini più puri, intensi e dotati della massima espressione aromatica. Grazie a questo processo, il potenziale dei suoli e il carattere delle uve vengono così esaltati, restituendo uno stile riconoscibile e fedele al terroir. Un punto fermo del Metodo Ca’ del Bosco. Una scelta all’avanguardia votata alla qualità e al piacere di bere sano.

Per quanto riguarda il dégorgement e l’imbottigliamento l’azienda Cà del Bosco è stata la prima ad utilizzare una speciale macchina tappatrice, brevettata direttamente dall’azienda nel novembre del 2005 che elimina l’ossigeno prima della tappatura. Da ultimo il Metodo Ca’ del Bosco prevede un utilizzo ridotto dell’anidride solforosa. Dal 2012 su ciascuna retro-etichetta viene riportata la concentrazione esatta dei solfiti presenti nella bottiglia. Mediamente inferiori ai 60 milligrammi/litro: un terzo rispetto alla soglia massima consentita.  Non c’è alcuna formula magica dietro a tutto questo: è il risultato di una serie di scelte che all’unisono contribuiscono a rendere i vini riconoscibili grazie alla loro identità ben definita.

Un altro aspetto che merita menzione sono le sculture presenti che ci ha lasciati impressionati e sorpresi: Ca’ del Bosco è un luogo dove arte e vino si uniscono e si fondono con la scultura e l’armonia del paesaggio. L’amore per l’arte nasce dalla similitudine che l’arte ha con il vino, prodotto tridimensionale che coinvolge più sensi: la vista, l’olfatto e il gusto. La scelta ricade su opere che esprimono valori o concetti legati al ciclo dell’uva e alla natura, in grado di integrarsi armoniosamente con il luogo che le accoglie. La passione e la creatività, con il tempo, si sono arricchite del gusto per la sfida e del piacere per la provocazione intellettuale.

Le opere presenti in Ca’ del Bosco non fanno parte di una collezione, bensì tutti gli artisti hanno realizzato le loro creazioni site specific, dopo avere visitato la cantina, in modo da porre l’arte in dialogo con la bellezza del territorio circostante. L’arte ha ricoperto un ruolo fondamentale nello sviluppo della cantina fin dagli anni ’80, poiché ha permesso a Ca’ del Bosco di entrare in contatto con ambienti e persone orientati al vino di qualità e che comprendevano il valore aggiunto di un approccio culturale legato al mondo del vino.

Una scelta dunque che ha permesso ai vini di Ca’ del Bosco di guadagnare fin da subito un’importante reputazione che negli anni si è consolidata in un legame indissolubile. 

Dopo aver visitato il vigneto e le cantine non potevamo andarcene senza degustare un calice di vino! 

Si è trattato di un’esperienza direi UNICA, che ha consentito agli studenti e noi docenti di cogliere appieno la dedizione con cui viene seguita ogni fase della produzione. 

L’interesse degli studenti e il numero di scuole ed università che offrono corsi e master legati all’agraria e all’enologia è sostanzialmente aumentato in Italia. Sono infatti molti i percorsi che può intraprendere chi vuole diventare un “esperto del vino“; dati alla mano, è stato stimato che dal 2009 il settore agrario e vinicolo sia cresciuto del 50%: una percentuale davvero sbalorditiva, pensando al lasso di tempo in cui ciò è avvenuto. Questo potrebbe essere un potenziale sbocco universitario e lavorativo per i nostri studenti che hanno voglia di investire sul loro futuro in questo specifico settore.

Prof.ssa Regazzetti Monica 

Ca' del Bosco

IL PESO DEL TEMPO SOSPESO

Stefano Bombardieri, 2003

Colpisce e lascia confusi la collocazione dell’opera all’entrata dell’area vinificazione della cantina. Un rinoceronte a grandezza naturale sospeso al soffitto in un fiero gioco iperrealista. L’animale è simbolo di vitalità ed energia e qui si trova imbragato quasi a farci riflettere sul senso della natura morta ma che alla fine desta sorpresa e lascia un’immagine intensa e violenta.